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Progetto Costa Futura, osservazioni delle associazioni di protezione ambientale

Al sindaco del Comune di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna,
all’assessora all’ambiente Simona Petrucci,
al dirigente del settore sviluppo ambientale Domenico Melone:

Grosseto, 1° settembre 2022

Oggetto: Considerazioni sulla presentazione del progetto del Comune di Grosseto “Costa Futura: una costa verde a energia verde”

Premessa:

L’area interessata dal progetto “Costa Futura: una costa verde a energia verde” racchiude il tratto costiero del Comune di Grosseto compreso tra il Parco regionale della Maremma e la Riserva naturale della Diaccia Botrona e prevede interventi in aree antropizzate – Marina di Grosseto e Principina a Mare – e in aree di elevato interesse naturalistico – ZPS (zona di protezione speciale), ZSC (zona speciale di conservazione) e SIC (sito di interesse comunitario) – inserite nel sistema Rete Natura 2000 e per tanto disciplinate da normativa europea (Direttiva “Habitat” e Direttiva “Uccelli”), da normativa nazionale (D.P.R. 357/1997) e da normativa regionale (L.R. 30/2015).

La presentazione del masterplan, con veloce scorrimento di immagini evocative della storia del nostro territorio e illustrative delle varie possibilità che le innovazioni tecnologiche offrono, necessita di approfondimenti e riflessioni.

L’area interessata dal masterplan è apprezzata e scelta dai turisti perché si differenzia dalla maggior parte dei centri turistico-balneari italiani per la presenza di aree naturalistiche, alcune spiagge libere e molto verde in condizioni molto prossime alla normale evoluzione naturale, condizione ormai rarissima nel nostro Paese. Per questo i visitatori e i turisti sono disposti a spendere di più rispetto a soluzioni turistico-balneari più economiche ma di scarso o minore pregio ambientale.

Le pinete e le dune della costa maremmana sono un unicum in Europa, sono il pregio naturalistico e paesaggistico della costa grossetana, sono un capitale ambientale su cui dovremmo investire e scommettere diventandone testimoni e custodi, insegnandone la tutela esattamente come si fa per le opere d’arte e i monumenti.

Questa dovrebbe essere la filosofia del progetto che, attraverso i fondi del PNRR, dovrebbe migliorare le qualità dell’area già urbanizzata, quindi occupata da costruzioni e servita da infrastrutture, senza recare danno al patrimonio naturalistico delle aree inserite nel sistema Rete Natura 2000.

Gli interventi proposti per riqualificare le aree urbanizzate (nonostante i seri dubbi sulla possibilità di riforestazione urbana di Marina con aceri, cerri, frassini e ontani neri, poiché sono specie arboree inadatte a vivere in luoghi con scarsa disponibilità di acqua e forte presenza di aerosol marino) consentirebbero di accrescere le potenzialità naturali della costa sia per i turisti che per i residenti.

Per quanto attiene invece agli interventi che nel masterplan riguardano la pineta, le dune e le aree inserite nel sistema Rete Natura 2000 sottolineiamo che la progettazione comunale non può prescindere dalle normative e dai piani degli Enti sovraordinati.

Osservazioni:

Secondo quanto riportato osserviamo che:

  • Nella visione generale della presentazione del progetto, che riguarda e coinvolge anche aree inserite nel sistema Rete Natura 2000, mancano totalmente figure professionali essenziali, ovvero naturalisti (botanici, zoologi, biologi marini, ornitologi, erpetologi, entomologi), forestali e associazioni di protezione ambientale.
  • Tutti gli interventi figurati nella presentazione del masterplan sono a favore di turismo e attività economiche ad esso correlate, ma nessun intervento è stato previsto per la tutela e il miglioramento degli habitat e delle specie in esso presenti, come previsto e disciplinato rispettivamente dalla Direttiva “Habitat” (recepita dal Regolamento D.P.R. n°357/97 modificato e integrato dal D.P.R. n°120/2003, si rimanda all’Allegato 1 in Appendice) e dalla Direttiva “Uccelli” (recepita dalla Legge n° 157/92, si rimanda all’Allegato 2 in Appendice), dal Regolamento D.P.R. 357/97 e successive modifiche e integrazioni e dalla L.R. 30/2015.
  • Per le aree della Rete Natura 2000 sono previsti piani di gestione vincolanti per enti pubblici e privati. È in fase di realizzazione il Piano di Gestione del Tombolo con l’affidamento da parte della Regione Toscana della Proposta di piano. Qualsiasi progetto che possa impattare i siti della Rete Natura 2000 e le aree contigue è soggetto a Valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) (1) e, in alcuni casi – come per la presenza di specie o habitat prioritari – non sono permessi interventi se non di miglioramento degli habitat ( si veda l’articolo 6 della Direttiva “Habitat”).
  • Nel documento presentato e negli incontri pubblici con la cittadinanza si è fatto riferimento ai vantaggi per le associazioni di categoria turistiche e commerciali, ma non alle opportunità per figure professionali quali naturalisti (botanici, zoologi, biologi marini, ornitologi, erpetologi, entomologi), forestali, guide ambientali escursionistiche e guide turistiche, che beneficiano proprio della presenza di siti naturalistici e contribuiscono con studi e prestazioni alla corretta conservazione e fruizione dei medesimi.
  • Il PNRR, ai cui fondi vorrebbe accedere il progetto, ha tra le sue missioni la “tutela del territorio e della risorsa idrica” (M2C4), con particolare attenzione al rafforzamento della capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico tramite sistemi avanzati ed integrati di monitoraggio e analisi, la prevenzione ed il contrasto delle conseguenze del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio, la salvaguardia della qualità dell’aria e della biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine e la garanzia della sicurezza dell’approvvigionamento e della gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo.

1) Il Consiglio di Stato con sentenza Sez. IV, 13 settembre 2017, n. 4327 ha ribadito che la procedura di V.Inc.A. deve essere applicata per tutti i piani o progetti che ricadano all’interno delle aree naturali protette di cui alla Rete Natura 2000 (SIC, ZPS, ZSC) ovvero ricadano all’esterno, ma possano avere effetti significativi su di esse. L’art. 6, par. 3, della direttiva n. 92/43/CEE “Habitat” indica chiaramente che, nella considerazione della sussistenza della probabilità o rischio di effetti negativi sugli ecosistemi protetti, dev’essere applicato il principio di precauzione (art. 191 T.F.U.E., art. 3 ter del Decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.): “le autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l’integrità del sito in causa”. Si tratta di giurisprudenza europea e nazionale ormai costante, infatti “la valutazione di incidenza ambientale, non diversamente dalla valutazione di impatto ambientale, si caratterizza quale giudizio espressione di ampia discrezionalità oltre che di tipo tecnico, anche amministrativa, sul piano dell’apprezzamento degli interessi pubblici in rilievo e della loro ponderazione rispetto all’interesse all’esecuzione dell’opera (TAR Umbria, 7 novembre 2013, n. 515; per la VIA cfr. Consiglio di Stato, Sez. V, 22 giugno 2009, n. 4206; Cons. Stato., Sez. V, 21 novembre 2007, n. 5910; Cons. Stato, Sez. VI, 17 maggio 2006, n. 2851; Cons. Stato, Sez. IV, 22 luglio 2005, n. 3917; TAR. Puglia – Bari, Sez. I, 14 maggio 2010, n. 1897; TAR. Toscana, Sez II, 20 aprile 2010, n. 986)” (T.A.R. Calabria, Sez. I, 2 novembre 2016, n. 2057). L’interesse pubblico preponderante in tale ambito è quello ambientale: “l’obiettivo di conservazione dei siti protetti, infatti, costituisce “l’oggetto specifico della valutazione amministrativa”, dovendo pervenire alla conclusione che “sarebbe da escludere la probabilità di qualunque incidenza significativa dell’intervento richiesto sui vicini siti protetti” per poter giungere all’autorizzazione dell’intervento o del piano (Cons. Stato, Sez. IV, 13 settembre 2017, n. 4327).

Conclusioni:

Chiediamo pertanto che:

  1. Il progetto “Costa Futura: una costa verde a energia verde” venga definito da un gruppo di lavoro multidisciplinare che, oltre alle figure professionali finora coinvolte, preveda naturalisti (botanici, zoologi, biologi marini, ornitologi, erpetologi, entomologi), forestali, esperti arboricoltori ed associazioni ambientaliste.
  2. Siano rese note in modo puntuale le dimensioni dell’area interessata dal progetto e i siti interessati dagli interventi proposti.
  3. N02, definita come “Area naturalistica Fiumara” nella slide 4 di presentazione del masterplan, sia indicata nel progetto come “Area naturalistica all’interno del sito ZPS (zona di protezione speciale) e ZSC (zona speciale di conservazione) del Tombolo da Castiglion della Pescaia a Marina di Grosseto”.
  1. N04 e N05, definite come “Aree naturalistiche Pineta” nella slide 4 di presentazione del masterplan, siano indicate come “Area naturalistica all’interno del sito ZPS (zona di protezione speciale), ZSC (zona speciale di conservazione) e SIC (sito di interesse comunitario) Padule della Trappola, Bocca d’Ombrone e del Parco Regionale della Maremma”.
  2. Sia fatta una attenta valutazione della pressione antropica che eventuali parcheggi scambiatori sovradimensionati ed accessi alla pineta e alla spiaggia previsti come sistema di nuova mobilità potrebbero comportare nelle aree del sistema Rete Natura 2000 (vedasi gli “indirizzi per le politiche” nella “Scheda d’ambito 18 Maremma grossetana” nel nuovo P.T.C. “Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto”).
  3. Sia fatta una attenta valutazione del rischio incendi che un aumento della pressione antropica (sono citate anche delle “aree fumo”), determinata dalla presenza di aree parcheggio sovradimensionate e da ulteriori modalità di accesso alla pineta e alla spiaggia (implementate con bici e altri mezzi elettrici) può comportare.
  4. Sia fatta una attenta valutazione dell’erosione costiera che ulteriori strutture e installazioni turistiche, permanenti o meno (come i citati “pontili in spiaggia libera con box 3×3 (piccolo porticciolo)” ed il “cinema galleggiante”), e i relativi lavori di installazione e disinstallazione e relativa pulizia dell’arenile possono causare, minacciando anche la conservazione degli habitat di battigia e di anteduna, con particolare attenzione alle aree del sistema Rete Natura 2000 (vedasi gli “indirizzi per le politiche” nella “Scheda d’ambito 18 Maremma grossetana” nel nuovo P.T.C. “Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto”). Per quanto riguarda i citati “stabilimenti balneari rimovibili”: rimovibile non significa non impattante; anzi tutte le operazioni di installazione e rimozione dello stabilimento, oltre alle opere di “pulizia” della spiaggia, sono dannose per la spiaggia stessa e per le specie che ci vivono, come evidenziato dalla Delibera di Giunta Regionale Toscana D.G.R. 1223/2015 (si rimanda all’Allegato 3 in Appendice).
  5. Tutti i documenti e gli allegati che determinano la progressiva definizione del progetto Costa Futura vengano pubblicati sul sito del Comune di Grosseto.

In fede,

Anna Bardelli
Italia nostra onlus – sezione Maremma Toscana

Roberto Barocci
Forum ambientalista – coordinamento regionale Toscana

Daniela Pasini
Coordinamento comitati e associazioni ambientali Grosseto

Elena Grasso
Grosseto al centro

Appendice – Approfondimenti normativi

 

Allegato 1

La Direttiva “Habitat” stabilisce che un Sito di importanza comunitaria è un sito che contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale – di cui all’allegato I – o una specie – di cui all’allegato II – in uno stato di conservazione soddisfacente e che può inoltre contribuire in modo significativo alla coerenza di Natura 2000 di cui all’articolo 3, e/o che contribuisce in modo significativo al mantenimento della diversità biologica nella regione biogeografica o nelle regioni biogeografiche in questione.


L’ articolo 1 comma d) della Direttiva “Habitat” definisce:

  1. Tipi di habitat naturali prioritari: sono i tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire nel territorio di cui all’articolo 2 e per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare a causa dell’importanza della parte della loro area di distribuzione naturale compresa nel territorio di cui all’articolo 2. Tali tipi di habitat naturali prioritari sono contrassegnati da un asterisco (*) nell’allegato I.
  2. Specie prioritarie: sono le specie di cui alla lettera g) punto i), per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare a causa dell’importanza della parte della loro area di distribuzione naturale compresa nel territorio di cui all’articolo 2. Tali specie prioritarie sono contrassegnate da un asterisco (*) nell’allegato II.

L’articolo 6 della Direttiva “Habitat” stabilisce che “Qualora il sito in causa sia un sito in cui si trovano un tipo di habitat naturale prioritario e/o una specie prioritaria, possono essere addotte soltanto considerazioni connesse con la salute dell’uomo e la sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente ovvero, previo parere della Commissione, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”.

Il sito “Tombolo da Castiglione della Pescaia a Marina di Grosseto” cod. IT51A0012 è inserito con tale codice nell’elenco dei siti Rete Natura 2000 della Regione Toscana e vi si deve proteggere ben 12 emergenze della Direttiva Habitat (vedasi https:// eunis.eea.europa.eu/sites/IT51A0012), di cui due indicate come prioritarie, tra cui:

  • Vegetazione annua delle linee di deposito marine (code 1210): “Divieto di realizzazione di strutture permanenti o temporanee legate alla fruizione turistica, con esclusione di quelle indispensabili alla corretta fruizione naturalistica, che interessino direttamente l’habitat 1210. Messa in atto di azioni volte a favorire l’utilizzo della sentieristica attrezzata o segnalata laddove presente a tutela del sistema anteduna- duna dal calpestio.
  • Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (code 2120): Divieto di realizzare internamente al Sito interventi a mare o a terra in grado di causare o accentuare i fenomeni erosivi. Divieto di realizzazione di strutture permanenti o temporanee legate alla fruizione turistica, con esclusione di quelle indispensabili alla corretta fruizione naturalistica, che interessino direttamente l’habitat 2120 Messa in atto di azioni volte a favorire l’utilizzo della sentieristica attrezzata o segnalata laddove presente a tutela del sistema anteduna-duna dal calpestio.
  • Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae) (code 2210): Divieto di realizzazione di strutture permanenti o temporanee legate alla fruizione turistica, con esclusione di quelle indispensabili alla corretta fruizione naturalistica, che interessino direttamente l’habitat 2210 Dune fisse del litorale di Crucianellion maritimae. Messa in atto di azioni volte a favorire l’utilizzo della sentieristica attrezzata o segnalata laddove presente a tutela del sistema anteduna-duna dal calpestio.
  • Dune costiere con Juniperus spp (code 2250*): Divieto di realizzazione di strutture permanenti o temporanee legate alla fruizione turistica, con esclusione di quelle indispensabili alla corretta fruizione naturalistica, che interessino direttamente l’habitat 2250 Dune costiere con ginepri (Juniperus spp.) Divieto di realizzare internamente al Sito interventi a mare o a terra in grado di causare o accentuare i fenomeni erosivi Divieto di realizzazione di interventi intensivi di pulizia delle spiagge.
  • Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster (code 2270*): Divieto di realizzare internamente al Sito interventi a mare o a terra in grado di causare o accentuare i fenomeni erosivi.

Nella scheda del sito “Tombolo da Castiglione della Pescaia a Marina di Grosseto” vengono indicate:

  • Criticità interne: Erosione costiera. Turismo di massa nella stagione estiva, con impatto sull’ambiente dunale e forte antropizzazione della pineta. Piccole strutture turistiche all’interno della pineta. Rischio di incendi. L’assetto vegetazionale del sito dipende dalle scelte di gestione forestale, che sono da verificare rispetto agli obiettivi di conservazione. Azioni di “pulizia” e spianamento meccanico della spiaggia, con eliminazione delle comunità associate ai materiali spiaggiati. Azioni che inducono processi erosivi della duna, come ad esempio l’intenso sentieramento. Eccessiva pulizia del sottobosco (localizzata), con conseguente forte riduzione della biodiversità.
  • Criticità esterne: Gli ambienti dunali, in stato di conservazione buono o discreto, sono sempre più rari e isolati, per i fenomeni di erosione costiera e di antropizzazione delle spiagge. La strada che delimita il sito è interessata da traffico veicolare molto intenso.

Il sito “Padule della Trappola Bocca d’Ombrone” cod. IT51A0013 è inserito con tale codice nell’elenco dei siti Rete Natura 2000 della Regione Toscana e vi si deve proteggere ben 14 emergenze della Direttiva Habitat (vedasi https:// eunis.eea.europa.eu/sites/IT51A0013), avendo come prioritari i seguenti Habitat:

Nella scheda del sito “Padule della Trappola Bocca d’Ombrone” vengono indicate:

  • Criticità interne: Forte riduzione degli ambienti dunali e retrodunali, a causa dell’erosione costiera, con rapido degrado delle cenosi pioniere e di quelle più evolute. Riduzione della superficie complessiva delle zone umide, per scomparsa di ambienti dulciacquicoli prioritari (“Paludi calcaree a Cladium mariscus e Carex davalliana”) o loro trasformazione in ambienti salmastri, a causa dell’erosione costiera. Sensibile riduzione dei contingenti di anatidi svernanti, in parte legata al progressivo degrado delle zone umide retrodunali, dovuto ai fenomeni di erosione costiera, che minacciano l’esistenza stessa di questi ambienti. Disturbo antropico, nell’area della foce del Fiume Ombrone e nelle zone umide retrodunali, causato da bagnanti, nella stagione estiva, e da pescatori, escursionisti e birdwatchers, nel resto dell’anno, con riduzione della potenzialità riproduttiva e di svernamento e sosta per gli uccelli. Qualità non ottimale delle acque del Fiume Ombrone. Estrema fragilità delle stazioni di Limonium etruscum, in serio pericolo a causa dei fenomeni di erosione Costiera.
  • Criticità esterne: Modificazioni nelle pratiche agricole e nella gestione del territorio, che favoriscono l’erosione costiera. Urbanizzazione costiera, legata al turismo estivo. Estrema rarefazione delle aree costiere allagate stagionalmente, che sono utilizzate a pascolo.

Allegato 2

Le Zone a Protezione Speciale (ZPS) di cui alla c.d. Direttiva “Uccelli” n. 79/409/CEE sono zone istituite allo scopo principale di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche di cui all’allegato I alla medesima direttiva.

La Direttiva Uccelli 2009 stabilisce che “La preservazione, il mantenimento o il ripristino di una varietà e di una superficie sufficienti di habitat sono indispensabili alla conservazione di tutte le specie di uccelli. Talune specie di uccelli devono essere oggetto di speciali misure di conservazione concernenti il loro habitat per garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione. Tali misure devono tener conto anche delle specie migratrici ed essere coordinate in vista della costituzione di una rete coerente”.

Il sito “Tombolo da Castiglione della Pescaia a Marina di Grosseto” cod. IT51A0012 è nell’elenco della Rete Natura 2000 della Regione Toscana, è ZPS e protegge 10 specie segnalate tra le quali le seguenti specie Vulnerabili o In pericolo secondo la classificazione IUCN che riportiamo. Le principali minacce riportate per ogni specie sono soprattutto legate alla trasformazione dell’habitat e pressione antropica:

  • Alcedo atthis (A229) Vulnerabile (VU) secondo IUCN

Principali minacce: distruzione e trasformazione dell’habitat, inquinamento delle acque (Briche9 & Fracasso 2007).

  • Coracias Garrulus (A231) Vulnerabile (VU) secondo IUCN

Principali minacce: trasformazione dell’habitat di alimentazione e nidificazione, modificazione dei sistemi di conduzione agricola, uccisioni illegali (Brichetti & Fracasso 2007).

  • Clamator glandarius (A211) In Pericolo (EN) secondo IUCN

Principali minacce: il numero di individui maturi è stimato in 30-50 (Brichetti & Fracasso 2006). La popolazione italiana viene classificata come In Pericolo.

  • Charadrius alexandrinus (A138) In Pericolo (EN)

Principali minacce: essendo una specie legata esclusivamente a siti costieri, risente di ogni forma di degrado ambientale, quali urbanizzazione delle coste, l’erosione dei litorali sabbiosi ed il disturbo arrecato da attività turistiche e ricreative.

  • Ixobrychus minutus (A022) Vulnerabile (VU) secondo IUCN

Principali minacce: nelle risaie e nelle zone umide naturali (o naturaliformi) sottoposte a forti pressioni antropiche è minacciato dall’eliminazione delle aree marginali (canneti, altra vegetazione palustre spontanea), utilizzate per la nidificazione.

  • Otus Scops (A214) Minor preoccupazione (LC) ma in diminuzione secondo IUCN

Principali minacce: trasformazione dell’habitat di nidificazione e alimentazione. Uso di pesticidi e rodenticidi.

Il sito “Padule della Trappola Bocca d’Ombrone” cod. IT51A0013 è nell’elenco dei siti Rete Natura 2000 della Regione Toscana e protegge 95 specie della Direttiva Natura, tra cui la seguente specie prioritaria:

Euplagia quadripunctaria cod. 6199 · Annex II: animal and plant species of community interest whose conservation requires the designation of special areas of conservation.

Allegato 3

Vincoli nascenti dal D.G.R. 1223/2015:

  • Divieto di realizzare internamente al Sito di interventi a mare o a terra in grado di causare o accentuare i fenomeni erosivi.
  • Regolamentazione specifica delle modalità di illuminazione delle aree costiere.
  • Regolamentazione dell’accesso antropico e degli animali di compagnia entro un raggio di 50 m dai siti riproduttivi di fratino.
  • Divieto di effettuare interventi di pulizia nelle fasce antedunali (di ampiezza da individuare e comunque non inferiore a 5 m dal fronte dunale). Divieto di realizzazione di interventi intensivi di pulizia delle spiagge.

 

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Allegato: Considerazioni sulla presentazione del progetto del Comune di Grosseto “Costa Futura: una costa verde a energia verde”

 

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