sabato 14 Dicembre 2024
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PUMS e Mura, la partecipazione senza trasparenza è un’altra cosa…

Questa lettera aperta è stata inviata al sindaco del Comune di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna,
e, per conoscenza,
all’assessore alla mobilità Fausto Turbanti,
all’assessore alla cultura, turismo e Mura medicee Luca Agresti,
all’assessore alla partecipazione Chiara Veltroni,
al presidente dell’Istituzione Le Mura Alessandro Capitani:

 

“PUMS, i cittadini possono dire la loro”, comincia così il comunicato dell’amministrazione, sul sito del Comune, che annuncia la pubblicazione del questionario rivolto ai cittadini per la definizione del nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.

Gentile Sindaco, leggendo il comunicato ed il questionario ci sono sorte delle perplessità e degli interrogativi e per questo vorremmo chiederLe:

  • Verranno condotti, come più volte annunciato, degli incontri tra l’Amministrazione e i cittadini sul territorio (nei quartieri e nelle frazioni)?
  • Tra i portatori di interesse è previsto un confronto con la Consulta comunale per la Disabilità, in materia di accessibilità, incolumità e rimozione delle barriere architettoniche (ricordiamo che il Comune di Grosseto non si è ancora dotato dei PEBA, i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) di cui non vi è traccia sul questionario?
  • Verranno resi pubblici gli esiti del questionario rivolto ai cittadini?

Quest’ultima domanda, in particolar modo, nasce dalla presa d’atto che, ad oggi, non vi è trasparenza in merito ad un altro esercizio di partecipazione con cui l’Amministrazione ha chiesto aiuto ai cittadini. Infatti sono già trascorsi 10 mesi da quando l’Istituzione Le Mura ha proposto alla città il questionario sul futuro del principale monumento cittadino “Le Mura che vorrei”. Nonostante la nostra richiesta di pubblicazione degli esiti del questionario e delle proposte avanzate dai cittadini e le rassicurazioni da parte del presidente dell’istituzione Alessandro Capitani – “le pubblicheremo all’inizio dell’anno” (2018, ndr) – a quasi un anno dall’esercizio partecipativo, ai grossetani non è dato ancora conoscere l’esito del questionario, né le proposte da loro avanzate per il futuro delle Mura.

Rammentiamo infine il biasimevole epilogo della virtuosa esperienza di “Grosseto Partecipa”, ovvero la prima sperimentazione, nella storia del comune di Grosseto, del bilancio partecipativo, che coinvolse oltre 1000 grossetani. In quell’occasione, con un lapidario “la vicenda è chiusa qui” espresso dal vicesindaco Luca Agresti, vennero cassati tutti gli otto progetti elaborati e votati dai cittadini. Ciò avvenne nonostante la promessa del presidente della commissione Pasquale Virciglio di convocare una commissione consiliare aperta alla partecipazione dei cittadini: tale commissione non è mai stata convocata. Riguardo alle Sue intenzioni, signor Sindaco, di “diffondere al cittadino la verità assoluta in maniera chiara ed esauriente” sui progetti di “Grosseto Partecipa”, ci spiace rammentarLe che non ha neppure risposto alla nostra richiesta di rendere edotti i grossetani sulle motivazioni e sulle valutazioni che hanno condotto l’Amministrazione a decidere che nessuno degli otto progetti sarebbe stato realizzato.

Lo Statuto del Comune di Grosseto (artt. 2, 3 e 4) pone la partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica tra gli obiettivi preminenti del Comune e indica come, nella propria azione, il Comune elabori e realizzi la programmazione mediante la partecipazione democratica dei cittadini e delle associazioni.

A GROSSETO AL CENTRO preme che gli errori compiuti in passato non si ripetano. A tale proposito riteniamo fondamentale che gli esiti dei due questionari di cui sopra e le proposte avanzate dai cittadini vengano rese pubbliche in modo da rendere trasparenti i percorsi di scelta, le valutazioni e l’operato dell’Amministrazione Comunale. Solo in questo modo i cittadini possono avere la certezza che le loro esigenze vengano mantenute al centro delle scelte di una buona amministrazione.

La partecipazione non può prescindere dalla trasparenza, altrimenti diventa un’altra cosa.

 

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